A Roma incombe l’emergenza rifiuti, ma al di là delle polemiche politiche di questi giorni e al tentativo evidente di “buttarla in caciara” restano i dati incontestabili di un impatto economico devastante sui cittadini romani. Proviamo ad analizzare i costi.
Come confermato dell’assessore all’ambiente di Roma Capitale il sito prescelto dall’amministrazione (ma non dai cittadini) sarebbe quello al chilometro 15,300 della Via Ardeatina per una capienza di circa 1 milione di metri cubi. Per l’effettuazione dell’esproprio Roma Capitale dovrà corrispondere al proprietario, qualora fosse d’accordo, il valore venale del bene, che da un indagine di mercato su degli impianti autorizzati per il conferimento di rifiuti speciali pericolosi e non, si aggira tra i 150 e i 250 euro al metro cubo: pertanto il costo dell’esproprio nella migliore delle ipotesi risulterà essere di circa 150 milioni di euro.
Al costo dell’esproprio va aggiunto il costo per il lucro cessante che secondo i valori medi e prendendo in considerazione la tipologia di impianto potrebbe aggirarsi intorno ai 10 milioni di euro. Inoltre l’impianto dovrà essere reso conforme, e subire un adeguamento strutturale che permetterà l’accoglimento dei rifiuti prodotti dalla città di Roma per il periodo di utilizzo stimato (24 mesi). Tale spesa si può quantificare in 40 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i costi di utilizzo e gestione durante tutto il periodo di esercizio per altri 15 milioni di euro. Pertanto la spesa complessiva per l’entrata in funzione dell’impianto è di circa 215 milioni di euro. Dividendo il costo dell’operazione per i metri cubi dell’invaso, il costo che dovrà essere sostenuto per ogni metro cubo di monnezza conferito all’interno dell’impianto sarà di 215 Euro/tonnellata.
Tenendo presente che il costo medio per il trasporto di una tonnellata di rifiuto trattato presso la città di Copenaghen è di 110/120 euro per tonnellata, si evince che il costo di tale operazione risulterebbe essere molto maggiore rispetto a quello che l’amministrazione dovrebbe sostenere per l’invio della stessa tipologia di rifiuto presso gli impianti di termovalorizzazione all’estero. Questa spesa in alcun modo giustificata, sicuramente andrà a influire sulla quota che i cittadini pagano attraverso la TARI. Pertanto Caro Sindaco sui rifiuti i conti non tornano e bisogna guardare ad altre soluzioni. Alcune già proposte dai cittadini in merito a siti militari sicuramente più idonei a questa funzione e soprattutto più vantaggiosi dal punto di vista economico per i romani.